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Lighthinking

La luce racconta: Game of Thrones

Illuminare la battaglia tra il bene e il male [SPOILER]

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Published: 30 mag 2019
Bibbia, Upanisad, Corano: tutte le religioni del libro riconoscono nella luce il polo positivo di un binomio che vede all’opposto il buio, le tenebre.

Nel pensiero filosofico occidentale questa concezione binaria, a partire dai primi testi di Anassimandro, ha avuto larga fortuna, arrivando a influenzare in maniera profonda i nostri immaginari. La luce è da sempre diventata simbolo di vita e rinascita, mentre il buio ci rimanda a immagini di morte, dolore, oblio.

Quest’antinomia è centrale in larga parte della letteratura fantasy, dal Il Signore degli anelli di Tolkien a Game of Thrones.

Nella serie prodotta da HBO (e disponibile per intero on demand su Sky e in streaming su NOW TV), che in 8 stagioni ha ricevuto 128 nomination agli Emmy e ne ha vinti ben 47, il tema della battaglia fra luci e ombre ha una valenza tematica fondamentale, soprattutto nell'ultima stagione.

I White Walkers, un esercito di guerrieri non-morti guidati dal Night King che preme ai confini del Nord, porta con sé la minaccia del ritorno, dopo ottocento anni, della Long Night, un’epoca di gelo e buio, di distruzione e morte. Daenerys Targaryen e Jon Snow guidano un esercito nato da un’alleanza per salvare Westeros dalle tenebre.
La luce racconta: Game of Thrones
Courtesy of HBO
Il conflitto finale con i White Walkers avviene nella terza puntata dell’ultima stagione, intitolata The Long Night: le tenebre incombono letteralmente su Winterfell, la capitale del Nord, mentre i non-morti marciano verso la città.

In questo episodio il conflitto viene tematizzato visivamente proprio grazie alla fotografia. Oltre alla battaglia tra i due eserciti, c’è un altro scontro, quello tra luce e tenebra: l’oscurità portata dai White Walkers sembra invadere e inghiottire tutto; a questa si oppone la luce emanata dal fuoco, che gli assediati usano sia per rischiarare la lunga notte di guerra che come arma di difesa per creare, intorno a loro, uno spazio protetto, almeno temporaneamente.

Una scena, in particolare, mostra in modo evidente questa lotta: la carica della cavalleria Dothraki, che segna l’inizio della battaglia. L’esercito dei difensori è schierato fuori dalle mura di Winterfell. Davanti ai loro occhi ci sono soltanto le tenebre, che celano l’esercito dei White Walkers. La tensione dell’attesa viene spezzata da Lady Melisandre, la sacerdotessa del Dio della Luce, che dona ai Dothraki il potere del fuoco: le lame delle loro sciabole vengono avvolte dalle fiamme e la scena, prima dominata da un’oscurità minacciosa, viene rischiarata da centinaia di torce. Quest’evento miracoloso galvanizza la cavalleria, che parte alla carica intonando grida di battaglia, e riaccende le speranze non solo dell’intero esercito a difesa di Winterfell, ma anche quelle degli spettatori. Un’inquadratura dall’alto rende questa scena ancora più epica e drammatica: non sono più due eserciti ad affrontarsi, ma il concetto di bene e quello di male, la luce e il buio.

Oltre alla battaglia tra i due eserciti, c’è un altro scontro, quello tra luce e tenebra.
La forza della luce sembra quindi prevalere, ma quasi immediatamente ogni luce si spegne, inghiottita dall’oscurità: i Dothraki vengono annientati, si spengono le loro grida e le fiamme delle loro sciabole. Le tenebre tornano a invadere l’intera inquadratura, evocando le paure più ancestrali dell’essere umano: quella paura del buio di cui facciamo esperienza nell’infanzia e che segue il genere umano fin dalla notte dei tempi.

Adesso sono i White Walkers a partire alla carica e a puntare dritto verso le mura di Winterfell. L’esito della battaglia sembra scontato, ma la speranza rinasce grazie a un atto eroico della stessa Melisandre: esponendosi agli attacchi degli Estranei per chiedere al Dio della Luce di incendiare le palizzate a difesa della cittadella, riesce a frenare l’avanzata delle tenebre e a dare a Daenerys e ai suoi draghi dei punti di riferimento per individuare, nel buio, il cuore della battaglia.
La luce racconta: Game of Thrones
Courtesy of HBO
In molti hanno attribuito la scelta di tematizzare in modo così marcato il conflitto tra il buio e la luce a motivazioni non narrative, come la mancanza di budget e dei ritardi sui tempi di produzione. I presupposti narrativi per questo tipo di scelta così radicale, però, c’erano tutti: i White Walkers hanno l’obiettivo di riportare la Long Night, una minaccia che aleggia su Westeros sin dalla prima puntata della serie; il buio è ciò che caratterizza questo evento catastrofico, è ciò contro cui i protagonisti combattono e rappresenta, metaforicamente, la paura dell’oblio e di un’eterna incoscienza: non a caso Bran, colui che ormai vede in tutti le dimensioni del tempo e per questo contiene in sé la memoria e la coscienza di tutta l’umanità di Game of Thrones è l’obiettivo del Night King. In fondo la paura di un’eterna notte è qualcosa che l’intero genere umano condivide, qualcosa che ci assale fin dall’infanzia: è anche questo che rende Game of Thrones una narrazione così universale e coinvolgente.