filter search
English - United States flag It looks like you're in North America.

Ricerca il codice

Trova rapidamente i codici prodotto di cui hai bisogno applicando i filtri sulla nostra intera gamma prodotti.

Trova i codici
Code Finder
Back

La luce dei graphic novel

Cinque storie disegnate in cui la luce è protagonista

Tags
Published: 23 mar 2020
Tra le forme di narrazione in cui la luce gioca un ruolo fondamentale c’è sicuramente il graphic novel. L’illuminazione di una tavola può cambiare il senso di una scena, la sua temperatura emotiva, il suo ruolo all’interno dello sviluppo della storia.

Spesso questa sensibilità nei confronti della luce si accompagna a un’attenzione per gli ambienti: che si tratti dell’interno di una casa o di spazi urbani, nelle cinque storie disegnate che abbiamo scelto di raccontarvi ci sono sperimentazioni narrative ardite e sensibilità luministiche e coloristiche fuori dal comune.

1. Qui di Richard McGuire (Rizzoli Lizard)

Nel 1989 Richard McGuire pubblica una storia fatta di 36 vignette in bianco e nero sul primo numero della seconda serie di «Raw», la storica rivista statunitense dedicata al fumetto curata da Art Spiegelman e Françoise Mouly. Questa storia si chiama Here e fa detonare la narrazione lineare: su uno sfondo sempre uguale, una stanza semplice e anonima, assistiamo allo scorrere del tempo, con vere e proprie finestre temporali che si aprono all’interno delle singole vignette per mostrare al lettore dettagli provenienti da epoche passate e da epoche future. Questa visione multidimensionale dei flussi temporali e narrativi diventa ancora più potente quando, nel 2014, Richard McGuire decide di riprendere in mano quella storia per espanderla: dal bianco e nero passa al colore, usato sia in modo realistico che per suggerire gli stati d’animo dei personaggi che, muovendosi attraverso un arco temporale che va dal 3.000.000.000 a.C. al 2014, vivono quella semplice stanza, forse la vera protagonista della storia insieme allo scorrere del tempo stesso.
La luce dei graphic novel
2. La casa di Paco Roca (Tunué)

Lo scorrere del tempo e una casa, non più una sola stanza, sono anche al centro de La casa di Paco Roca. L’artista spagnolo intreccia passato e presente nel racconto della storia di tre fratelli che, un anno dopo la morte del padre, tornano nella casa in cui sono cresciuti. La loro intenzione è quella di venderla, ma si scontrano con i ricordi e con il timore di perdere una parte consistente del loro passato e, forse, di loro stessi. I colori e la luce sono quelli malinconici della memoria: toni caldi che amplificano l’emersione delle reminiscenze d’infanzia dei tre fratelli, scelte cromatiche che creano un effetto emotivamente forte. Affiorano anche i ricordi dolorosi come la malattia del padre: la luce e i colori allora si raffreddano, senza per questo allontanare il lettore, anzi, coinvolgendolo ancora di più in questa storia «piena di amore e sincerità», come scrive Fernando Marías nella postfazione.
La luce dei graphic novel
3. Sabrina di Nick Drnaso (Coconino Press)

Sabrina è stato il primo graphic novel a essere candidato al Man Booker Prize nel 2018. Riducendo all’osso la trama: Sabrina scompare da un giorno all’altro; il fidanzato Teddy si rifugia a casa dell’amico Calvin, che lavora nell’aeronautica americana; Calvin cerca di tenere insieme la sua vita dopo che la moglie e la figlia sono andate via e si sono trasferite in Florida. Fake news, complottismi e commenti su Internet minano l’equilibrio e la salute mentale dei personaggi: l’atmosfera claustrofobica viene resa magistralmente da Nick Drnaso con un tratto essenziale che costruisce ambienti minimalisti. La luce contribuisce ad amplificare questo senso di claustrofobia in cui sono chiusi i personaggi: non ci sono ombre in cui cercare rifugio, sia la sorella di Sabrina che Teddy e Calvin sono sempre illuminati da una luce che ne mette a nudo la psiche, sottolineandone la fragilità e la labilità.
La luce dei graphic novel
4. Sin City di Frank Miller (Magic Press)

Nata nel 1991 dalla penna di Frank Miller, Sin City è una serie di fumetti che ha saputo raggiungere un pubblico vastissimo, pur mantenendosi lontano dal mainstream. I temi che tratta, infatti, sono quelli cari all’hard boiled (sesso, violenza, omicidi efferati, ma anche cannibalismo, pedofilia e prostituzione), e dunque insoliti per il fumetto a grande tiratura americano. Per raccontare la sua città del peccato, Miller usa essenzialmente due colori, il bianco e il nero. Ci sono, tuttavia, alcune piccole eccezioni interessanti, come in Quel bastardo giallo, in cui l’antagonista, colorato di giallo, si staglia sul bianco e nero. Le atmosfere urbane tipiche dell’hard boiled, le inquadrature stranianti (spesso il punto di vista è dal basso o dall’alto, distorcendo la percezione della realtà) e la durezza del bianco e nero creano un contrasto fortissimo, necessario e funzionale alla trama: è il modo più efficace per raccontare un mondo immerso nella notte, fatto di luci e ombre, violenza e crudeltà
La luce dei graphic novel
5. Le variazioni d’Orsay, Manuele Fior (Coconino Press)

Nel suo Le variazioni d’Orsay, Manuele Fior guida i suoi lettori all’interno di uno dei musei più famosi del mondo. Prima di ospitare la stragrande maggioranza delle opere più illustri dell’arte francese di fine Ottocento e inizio Novecento, la Gare d’Orsay era una delle stazioni di Parigi. È diventata musée nel 1986 (il progetto di conversione fu realizzato da Gae Aulenti), e dal 1973 compare nell’elenco dei monumenti storici della città. Inaugurata nel 1900, in occasione dell’Esposizione universale, fu realizzata seguendo la moda del momento, con una struttura in vetro e metallo mascherata da una monumentale facciata in pietra. La luce naturale che filtra dalle immense vetrate l’ha resa un luogo ideale per ospitare opere d’arte. Utilizzando la gouache, una tecnica pittorica più vicina alla pittura che al linguaggio classico del fumetto, Fior ha esplorato le opere esposte al museo, ma anche le vite degli artisti e la stessa città di Parigi, donando alle 64 tavole quell’atmosfera fin de siècle che tanto amiamo delle opere impressioniste e postimpressioniste: dalle scene en plein air agli edifici liberty in vetro e metallo, Fior ha realizzato un caleidoscopio frammentario di aneddoti, un viaggio onirico per raccontare il mistero dell’arte, e il fascino inafferrabile dell’atto creativo.
La luce dei graphic novel