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Lighthinking

Dante Pop

La luce della Commedia fino ai giorni nostri

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Published: 9 set 2021
Sin dai primi versi, anzi, dal primo verso della Commedia, Dante Alighieri disegna un’opposizione ricca di significato tra luce e ombra. La selva in cui si perde è “oscura”, e il suo primo istinto per sfuggire a quel luogo spaventoso è di cercare la luce, dirigendosi verso la cima del colle oltre il quale già s’intuiscono i primi raggi del sole. Come sappiamo, gli bloccheranno la strada tre belve feroci e dovrà soccorrerlo l’anima del poeta latino Virgilio, con una notizia inaspettata: prima di rivedere la luce, il protagonista dovrà attraversare il luogo più buio di tutti, scendendo sottoterra all’Inferno dove i raggi del sole non arrivano, e poi risalire il Purgatorio sino a visitare i cieli del Paradiso.

L’ingresso stesso nei tre regni avviene in momenti diversi della giornata: è ancora notte nella vallata da cui Dante accede all’Inferno, dove conoscerà le peggiori viltà e malvagità di cui sono capaci gli esseri umani; all’alba giunge ai piedi del monte del Purgatorio, dove le anime intravedono la speranza di giungere alla piena espiazione dei propri peccati per essere infine ammesse al cospetto di Dio; e a mezzogiorno inizia l’ascesa verso il Paradiso, dove la luce divina simbolo di salvezza, è irradiata dagli angeli, illumina tutto, sempre.

Se il valore allegorico e religioso della luce era di immediata interpretazione per il lettore cristiano medievale, Dante non ha solo attinto a un patrimonio di conoscenze relativamente comuni: le ha rielaborate e si è guadagnato la fama di cui tuttora gode proprio per la potenza dell’immaginario che ha creato. Nel 2021 si celebra il settecentesimo anniversario della morte del poeta fiorentino, ed è un’ottima occasione per riflettere sulla quantità e varietà di ispirazioni che la sua opera più famosa è riuscita a offrire.

Non sembra esistere un campo dell’arte immune all’influenza della Commedia, anche tra quelli che si sono sviluppati in tempi più recenti. Nel seguito dell’articolo presenteremo un piccolo ma significativo campione di opere esplicitamente ispirate all’immaginario dantesco, che Dante stesso non avrebbe mai potuto prevedere: un videogioco, un album hip hop e un manga.

La cantica che ha lasciato l’eredità più ricca nel tempo e nel mondo è senza dubbio l’Inferno: probabilmente perché usa il linguaggio più comprensibile e le metafore più quotidiane, e mostra i personaggi più umani e fallibili. Le parole dei dannati non hanno bisogno di dotti commenti per farci sentire coinvolti: ci raccontano indirettamente qualcosa della nostra esperienza terrena, ricca di piccoli e grandi motivi per sentirsi deboli o colpevoli, anziché evocare in noi un’aspirazione alla beatitudine dell’anima che oggi non è diffusa come poteva esserlo nella penisola italiana del XIV secolo.
Non sembra esistere un campo dell’arte immune all’influenza della Commedia, anche tra quelli che si sono sviluppati in tempi più recenti.
Dante's Inferno

Trailer del videogioco Dante’s Inferno.

Di videogiochi ispirati all’Inferno di Dante ce ne sono almeno tre: due risalgono agli anni Ottanta, mentre l’ultimo e più conosciuto è del 2010: Dante’s Inferno, appunto, realizzato dalla Electronic Arts per Playstation 3 e Xbox 360.

In questo gioco, il Dante Alighieri che possiamo guidare attraverso i gironi di anime dannate è accompagnato dal poeta Virgilio e ama Beatrice, ma le somiglianze con il protagonista della Commedia originale si fermano qui: il personaggio è un cavaliere templare reduce dalla Terza Crociata (evento che in realtà risale a circa cent’anni prima della nascita del Dante storico) e deve avventurarsi tra fiamme e demoni per salvare l’amata Beatrice dalle grinfie di Lucifero che l’ha rapita. Virgilio non è la guida disinteressata che accompagna il discepolo fino alle soglie del Paradiso per poi svanire, impossibilitato a proseguire oltre dalla sua condizione di pagano non battezzato; al contrario, nel videogioco il poeta latino si aspetta da Dante proprio una buona parola per essere ammesso nel Regno dei Cieli.

Monaco guerriero, Dante si fa strada difendendosi dagli attacchi di diavoli e dannati brandendo una falce e un crocifisso: con quest’ultimo, in particolare, può scegliere se condannare e disintegrare i nemici o assolverli e salvare la loro anima.
 

Infernum

Da sinistra, Murubutu e Claver Gold

Per molti, l’Inferno vero non è una voragine conica sotto la città di Gerusalemme, ma la vita quotidiana tra difficoltà economiche, emarginazione sociale, problemi psichici o fisici. Sono argomenti relativamente comuni nell’universo hip hop, spesso accompagnati a un forte desiderio di riscatto sociale; nient’affatto comune è affrontarli in un album fitto di citazioni dantesche, come hanno fatto nel 2020 i rapper italiani Murubutu e Claver Gold in Infernum.

Le 13 tracce di Infernum, che nei titoli rimandano a luoghi o personaggi danteschi, non sono una parafrasi della cantica ma un percorso attraverso temi contemporanei come dipendenza da sostanze, cyberbullismo, prostituzione, individualismo. In questo Inferno si precipita senza colpe, e senza giudizi morali i due rapper si accostano ai personaggi del loro racconto.

Infernum è diventato anche un libro, con il commento di
Patrick Cherif e i disegni di Roby il Pettirosso

Il progetto può sembrare troppo ambizioso, a chi nutre un pregiudizio negativo sulle conoscenze di letteratura medievale dei rapper, ma Murubutu in particolare è un professore di filosofia e storia al liceo, e inserisce d’abitudine tra le sue rime riferimenti culturali di rilievo.
 
La Divina Commedia di Go Nagai
 
Dante Pop

Copertina dell’edizione italiana di La Divina Commedia (J-Pop) di Go Nagai;
l’autore al Japan Expo 2008 di Parigi (foto: Georges Seguin)

Se in Italia e in Europa tutti hanno un’infarinatura di storia medievale del continente e di dottrina cattolica, e conoscono almeno l’impianto generale della Commedia, con il pubblico giapponese queste conoscenze non si possono dare per scontate. Per questo, un grande autore di manga come Go Nagai ha scelto di trasmettere ai suoi connazionali la propria passione per l’opera di Dante attraverso un adattamento divulgativo, La Divina Commedia (in giapponese, ダンテ神曲, Dante Shinkyoku).

Pubblicata tra il 1994 e il 1995 in Giappone, poi tradotta in diverse altre lingue perché riconosciuta come opera di valore in sé stessa, La Divina Commedia di Go Nagai conta ben 700 pagine, oltre 500 delle quali dedicate all’Inferno.
 
Dante Pop

A sinistra, l’illustrazione di Gustave Doré (1832-1883)
dedicata al girone dei lussuriosi; a destra, l’omaggio di Go Nagai

L’ispirazione letteraria era già abbastanza impegnativa, ma l’autore (già famoso per aver creato i personaggi di Mazinga, Ufo Robot Goldrake, Jeeg robot d’acciaio e Devilman) ha scelto di impreziosire ulteriormente il suo lavoro scegliendo il riferimento figurativo più elegante a disposizione: le illustrazioni che Gustave Doré realizzò per un’edizione francese della Commedia nel 1861. Nel manga, Go Nagai ha riprodotto le immagini con cura ma anche con originalità, riuscendo a restituire la stessa atmosfera cupa e angosciosa − oggi diremmo horror − che ha reso immortali le illustrazioni di Doré.