La piattaforma nighttime.org ha stilato un
Recovery Plan Globale della Notte, una “guida pratica e collaborativa per le città che stanno cercando una strategia sicura e fattibile per riattivare le loro economie creative e notturne”; Ramello ha curato il Capitolo 2 del piano, intitolato
The Future of Dancefloors.
Davanti al rischio del collasso economico, alcune grandi discoteche europee sono state in grado di trasformarsi, valorizzando aspetti secondari della propria attività “tradizionale”, o di reinventarsi quasi completamente. La pandemia in sé era imprevedibile, ma alcuni modelli di business e stili di gestione si sono mostrati più lungimiranti di altri nell’adattarsi, più resilienti al colpo della crisi, e più in grado di attrarre fondi per vie alternative al mercato.
Il Berghain di Berlino, uno dei grandi centri mondiali del clubbing, è stato forse il primo a reagire: nel settembre 2020 si è reinventato come
galleria d'arte ospitando l’installazione sonora
Eleven Songs -
Hall at Berghain degli artisti Sam Auinger e Hannes Strobl. Non è stata del tutto una novità: “negli anni”, spiega Ramello, “il Berghain ha usato il proprio spazio come contenitore per tantissime espressioni culturali diverse, e grazie a questo conserva un’identità forte e distinta da quella di molti altri club”.
IL CASO DEL VILLAGE UNDERGROUND A LONDRA
Un’esperienza che merita di essere approfondita è quella del Village Underground: fondato nel 2007 a East London, al confine tra la City finanziaria e un quartiere universitario vivace come Shoreditch, si trova in un ex spazio industriale in grado di accogliere circa mille persone. Allo scoppio dell’epidemia nel Regno Unito, racconta Ramello, il team che gestisce lo spazio ha capito subito che all’orizzonte c’erano giorni difficili e non è rimasto con le mani in mano. Privato delle principali voci di introito – biglietti e bar – non si è limitato a organizzare DJ set online ma ha continuamente esplorato strade nuove. Innanzitutto ha aperto un dialogo con i propri avventori, proponendo un questionario per raccogliere bisogni e proposte. Da inizio agosto, il pubblico affezionato ha potuto contribuire anche tramite un
crowdfunding: nel momento in cui scriviamo questo articolo state donate
36.355 sterline da 784 persone.